Micaela Biancofiore: “No ai matrimoni gay, ma spero che Silvio si risposi”

La celebre immagine della "biondona" Biancofiore che sorride divertita al gestaccio del Cavaliere

La celebre immagine della “biondona” Biancofiore che sorride divertita al gestaccio del Cavaliere

Ci risiamo. Appena formato, il governo Letta già dà adito a scandali, scandaletti e polemicucce da reality. Questa volta sotto i riflettori è Micaela Biancofiore, la bionda 43enne altoatesina scoperta da Frattini e Bondi e lanciata sulla piazza nazionale dalla nota propensione al talent scouting del Cavalier Berlusca nelle elezioni politiche del 2006, quando conquista un seggio alla Camera nella lista di Forza Italia.

Già coordinatrice provinciale di Forza Italia dell’Alto Adige, la sua carriera politica inizia nel lontano 1995, quando si prensenta per la prima volta alle elezioni comunali di Bolzano.Nel 2005 arriva la prima vittoria nelle liste Pdl, che l’anno dopo la porta dritta dritta in parlamento, fino alla nomina di questi giorni a sottosegretario di Stato alle Pari Opportunità, alle Politiche Giovanili e allo Sport per il governo Letta che tanto scalpore ha destato nell’opinione pubblica.

Padre pugliese e mamma romana, nata e cresciuta nella tedeschizzata Bolzano,  Micaela ha dovuto fare i conti con le difficoltà che si incontrano quando si vive in una terra di confine. Una volontà di ferro e una innata combattività le hanno permesso di sfuggire al serpeggiante apolidismo di chi ha il sangue misto e un’appartenenza non chiara. L’aspetto del suo carattere che tuttavia molti ancora non conoscevano, e che è venuto a galla in questi in giorni, è una certa dose di intransigenza, un massiccio, intimo rifiuto per le ambiguità, le situazioni non chiaramente definite, le scelte ambivalenti. E la sua erinnica determinazione non poteva incontrare bersaglio più facile degli omosessuali e transessuali. “Mix strani che mi lasciano perplessa”, “seri problemi di posizionamento sessuale”, “nature diverse che fanno vivere una vita non facile” sono solo alcune delle perle di saggezza pronunciate dall’onorevole Biancofiore in merito alla scelta di vita di omosessuali e transessuali e al dibattito sui matrimoni gay. Eppure, da come parla di sé, lei di vita difficile dovrebbe saperne qualcosa. Orfana di padre a 12 anni, costretta a spostarsi tra Bolzano e Roma prima per l’università poi per lavoro, la sua unica consolazione era quella di organizzare, già durante gli anni accademici, comizi a favore di Berlusconi, suo idolo adolescenziale e non solo. “Ero convinta che fosse l’’unico a potere cambiare l’Italia” dichiarò Biancofiore in un’intervista al Giornale nel 2006.

Un amore così grande, quello per Silvio, da non vacillare mai, nemmeno quando lui, dal pulpito accanto a lei, in un gesto che voleva evidentemente sostitutivo di un concetto altrimenti inesprimibile, mostrò al pubblico il dito medio durante un comizio in piazza Vittoria a Bolzano. Anche allora la “biondona” (appellativo conferitole per l’occasione da Enzo Biagi) continuò ad amare il suo mentore. Al punto da augurarsi oggi per lui, alla soglia dell’ottantina, delle nuove nozze con la neo(nata) fidanzata Francesca, poco meno che trentenne: “E’ possibile che Berlusconi si sposi, la storia con Francesca dura da tempo. Ho visto con quale dolcezza e impeto le ha portato il mio cagnolino (il cucciolo di carlino scelto dalla Biancofiore come mascotte della campagna elettorale del Pdl) per farla felice. C’è amore, c’è sentimento, potrebbe essere. Me lo auguro, ne sarei felice” ha dichiarato durante Klauscondicio, il web talk show di Klaus Davi.

Sui matrimoni gay invece la Biancofiore non sembra così morbida. “Ribadisco il mio no ai matrimoni gay. Pur rispettando l’apertura del presidente Berlusconi, sono dell’opinione che le unioni gay non siano assolutamente una priorità per gli italiani” ha detto sempre durante il talkshow. Uscendosene poi con una serie di considerazioni alla buona (da profana, per carità) sulla natura delle unioni omosessuali e transessuali, sulle adozioni gay, che farebbero crescere i bambini “in maniera strana”, e sui padri gay “come Elton John”, che sarebbero delle “persone eccentriche”.

Considerazioni che ovviamente non sono state affatto gradite dal mondo LGBT, che ha protestato a gran voce contro la sua nomina a sottosegretario per le Pari Opportunità, lo Sport e le Politiche Giovanili. Insomma, per evitare le polemiche Letta o chi per lui avrebbe potuto fare una scelta più oculata. La Biancofiore va bene per tutelare i diritti della minoranza italiana in Alto Adige, e la carica di vicepresidente del Bolzano calcio, che milita in eccellenza, fa sicuramente di lei un’amante dello sport, ma non sembra affatto la persona giusta per aprire ai diritti degli omosessuali. Non li ritiene una “priorità” per gli italiani, che attualmente in effetti hanno problemi più seri, come “riuscire a portare il piatto a tavola”. Quello che mi piacerebbe però chiedere personalmente alla Biancofiore è se, quando nel 2005 presentò, in qualità di consigliere provinciale, un disegno di legge che offriva incentivi pubblici fino al 50% a chi volesse rinnovare il proprio tagliaerba, acquistando un modello meno inquinante, lo ritenesse invece una “priorità”.

G.G

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