Metamorfosi di un locale

Il simbolo del male: la pizza gourmet!

La metamosfosi è in atto. Ricordate il caro vecchio pub, magari polveroso, magari trasandato, ma pieno di calore? Scordatevelo. La trasformazione sociale del locale tipo dove poter uscire per una piacevole serata con gli amici o in dolce compagnia è in piena attuazione.

Forti della nuova moda gastronomica e delle tendenze da masterchef, oggi i locali si danno un tono investendo, con risultati ambivalenti, nel cibo e sulla presunta qualità di quest’ultimo. E allora via con l’olio evo, con la farina al grano arso e così via.

L’aspetto ironico di questa curiosa metamorfosi è la targhettizzazione della clientela. Anch’essi novelli critici culinari, a quanto pare. Meno spazio al calore, meno spazio alla musica live, meno spazio a ció che deve essere un locale che non sia un ristorante, ossia un posto dove stare bene in compagnia.

Molti infatti sono gli esempi di locali prettamente destinati alla socialità ai quali non è richiesta una forma di investimento in tal senso, come vinerie, pub, pizzerie et similia.

Ne fanno le spese i musicisti in primis, costretti ad attrezzarsi in improbabili scalette acustiche (o unplugged, se siete “internationals”) e in set risicati visto lo spazio fisico loro dedicato, molto spesso il retro di una colonna o quel muretto lì, vicino ai bagni. Con la conseguenza di “educare” poco la clientela verso una forma di intrattenimento che ben si sposa con il tipo di serata proposta e ricercata.

Assumere rischi come questi implica un impoverimento dell’offerta. Poco cale al proprietario insomma se la gente non si diverte ma in compenso analizza la qualità del tubero con il quale sono state fritte le patatine. La cosa disarmante è che alla gente sta bene questo tipo di investimento.

Strampalati esempi di locali come questi possiamo trovarne tranquillamente in giro, basta fare un giro il sabato sera fuori. Di questo passo si viene a svilire anche il concetto di mangiare bene, un aspetto così evidenziato da andare “fuori tema”. Sono molti infatti i locali che spacciano prodotti infimi per prelibatezze di alta qualità. Sottilette spacciate per gustosi formaggi francesi, pezzi da macelleria da quattro soldi spacciati per lussuriosi Black Angus.

Cari proprietari di locali, guardatevi bene dall’investire in maniera sbagliata, potreste ritrovarvi con la coperta troppo corta.

PATRIZIA DIOMAIUTO

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