L’agroalimentare italiano leader nell’export: un caso nostrano

pomodoro San Marzano dell’agro sarnese-nocerino (DOP)

“Nel grande mare della globalizzazione ci salveremo solo ancorandoci a quei prodotti, quei manufatti, quelle modalità di produzione  che sono espressione diretta dell’identità italiana, dei suoi territori, delle sue risorse umane”, ha affermato il presidente della Coldiretti Marini.

Secondo la Coldiretti il nostro Paese può ritrovare una via sostenibile di sviluppo e competitività sui mercati locali e globali  solo se saprà ripartire dai territori, in primo luogo dal loro patrimonio ambientale e culturale, e dalla creatività delle sue piccole e medie imprese che insieme rendono distintivo il marchio Italia. In Italia  il 16 % delle imprese attive si occupa di agricoltura: una realtà che conta 900mila aziende che occupano l’83,5 per cento del territorio nazionale.

Se si prende in considerazione la regione Campania un plauso va ai numeri del polo agroalimentare dell’agro Nocerino sarnese. Secondo alcuni dati più nel dettaglio, cresce dell’11,6% l’export del settore agroalimentare (che rappresenta il 46% delle esportazioni della provincia); Sebbene l’Istat rilevi ancora un calo dei consumi alimentari in Italia, le imprese che esportano si difendono bene: nell’agro Nocerino il 60% della produzione varca il confine. La Doria, azienda leader, una delle pochissime al Sud quotate in borsa, conferma un inarrestabile trend di crescita pur nel mezzo della crisi dell’euro: il fatturato – a 483 milioni nel 2011 – cresce del 22% nei primi tre mesi di quest’anno, del 9% in Italia e del 25% all’estero. Dopo un 2011 già positivo con l’incremento del 9% del fatturato rispetto all’anno precedente e 25 assunzioni circa che portano l’organico a 415 dipendenti fissi. È recentissimo il lancio sul mercato britannico del marchio top di gamma, Cook Italian, per pomodoro, pasta e olio extra vergine. Precisa Antonio Ferraioli, ad dell’impresa che con la sua famiglia ne ha il controllo: “La Doria ottiene buoni riscontri sia in Italia che all’estero e sta programmando altre assunzioni. In che modo? Grazie a un buon equilibrio tra qualità e prezzo, produciamo molto per i marchi commerciali che crescono, investiamo nuovi impianti e tecnologie”. L’investimento recente più significativo riguarda l’acquisizione dell’immobile industriale della ex Alvi di Fisciano, adiacente un altro impianto di La Doria, rilevato per 10 milioni nel 2011, e impiegato per accrescere la capacità produttiva del gruppo oltre che come base logistica.

Giusy De Angelis 

 

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