Il Giappone a tavola: riso, pesce ed una zuppa di usanze

Una graziosa giapponesina intenta a mangiare con le tradizionali bacchette

Alzi la mano chi non è mai stato in un ristorante giapponese anche solo una volta.
Per gusto, per piacere, per passione verso la cultura made in Japan. E spesso per moda. Ma quanti di noi sanno come realmente bisognerebbe comportarsi nei ristoranti del paese del Sol Levante e comunque a tavola durante un banchetto japo?
Analizziamo da vicino le usanze di questo fantastico popolo asiatico ed accorgiamoci di quante gaffe commettiamo in tavola nipponica. Scommettete che ne scoviamo almeno tre?

Ecco, entriamo qui, dietro queste tende di seta decorata d’ocra e sotto la fioca luce delle lanterne rosse. Badate che è imperativo, nella maggior parte dei ristoranti, togliersi le scarpe prima di sedersi a tavola.
Ho adocchiato dei tavoli liberi lì, accanto a quel separè di canne di bambù fresco. Il nostro spazio è arredato  con un palchetto di legno ricoperto da tatami ove sono sistemati dei tavoli bassi circondati da cuscini (zabuton) sui quali sedersi (incrociando le gambe se siete uomini o ripiegandole da un lato se siete donne). In alternativa possiamo sederci sui talloni (non proprio il massimo della comodità!) Da noi i gestori non sono così rigidi ma se lo fossero, dovremmo comprendere ed accettare.
A tavola, all’ inizio dei pasti, ci verranno portate delle calde ed umide salviette, chiamate oshibori, ed assolutamente non sono da usare come asciugamano ma hanno lo scopo di pulire le mani ( e solo le mani!) prima di consumare il cibo.
Non inizieremo a mangiare prima che tutte le portate siano state disposte sulla tavola o che ci si inviti a iniziare, mi raccomando!
Ah, dovrete servire da bere gli altri convitati prima di voi:  in Giappone è maleducazione versarsi da bere da soli, ognuno versa all’altro e quando non vuoi più da bere, lascia pure il bicchiere pieno.

Ci son alcune pochissime regole che non si ha tassativamente l’obbligo di seguire ma se lo facessimo, sarebbe cosa buona e giusta e, sicuramente, ben visti dagli “occhi a mandorla”. Per esempio non bere durante i pasti (tranne quando si basa su zuppe) ma prima o dopo. E quando si tratta di zuppe (ed in alcuni casi anche di spaghetti), è buona usanza aspirare rumorosamente dalla ciotola. Infine, mangiare con ordine a piacere ed in maniera alternata le varie portate che sono in tavola senza focalizzarvi su un solo piatto.

E ci sono regole, poi, che sono vere e proprie leggi che, se non rispettate, possono offendere un commensale giapponese. Riguardano principalmente le lignee bacchette, quelle utilizzate come posate (bacchette per gli alimenti solidi e il cucchiaio per quelli liquidi, ovviamente..). Per esempio, quando con le vostre bacchette toccate un alimento in un piatto comune, dovete poi necessariamente prenderlo; oppure non infilzare mai il cibo con le bacchette (a mo’ di forchette, per intenderci), e non usarle mai per spingere il cibo nel piatto di un’altra persona con la parte che avete messo in bocca, usate l’altra estremità, al di là di quanto forte sia la confidenza e complicità con l’altro commensale interessato. Ancora, non gesticolate con le bacchette in mano e non utilizzatele per indicare qualcosa/qualcuno. O ancora, evitate di separare le vostre bacchette per tagliare un alimento: tenetele entrambe con la stessa mano anche se, lo so, facilissimo non è. Evitate di passare gli alimenti da bacchette a bacchette e, curioso, in ragione di alcuni legami con i riti funebri, non bisogna mai piantare le bacchette nella vostra ciotola di riso; ed infine, non incrociate le vostre bacchette quando avete finito di usarle ma riponetele parallelamente sul vostro porta bacchette.

E durante il pasto, invece? Non dovete spingere gli alimenti contenuti nella vostra ciotola direttamente nella bocca, per carità! Se ne aveste bisogno per non far cadere l’alimento durante il tragitto dal piatto alla vostra bocca, è buon costume alzare la ciotola fino al mento per evitare di far cadere residui. Ricordate che quando si condivide una pietanza, bisogna prendere la propria parte e metterla sul proprio piatto prima di consumarla. E non mettere la salsa di soia sul riso, non è questo il suo scopo.

E anche quando il pasto giunge a termine, ci son usanze ben precise da seguire. Non è bello usare stuzzicadenti, in Giappone, quindi evitatene l’utilizzo. Se voleste una tazza di thè giapponese, non aggiungete assolutamente latte o zucchero e se invece preferiste il sakè, ricordate che non si fa brindisi con esso.
E’ ora di alzarsi da tavola ma non lasciate il piatto e la tavola in disordine e piegate i tovaglioli in maniera ordinata. In Giappone il conto si paga di solito alla cassa e non al cameriere e non sono inoltre previste mance. Infine sappiate che è considerato poco carino contare il resto ricevuto al ristorante, sembra quasi che non vi fidiate di chi ve lo porge.
Quasi dimenticavo! E’ buona norma dire “Itadakimasu” prima di mangiare (una sorta di buon appetito) e “Gochisosama deshita” (in segno di ringraziamento) appena finito il pranzo, specialmente se vi viene offerto da qualcuno.
Nel caso in cui sarà un giapponese a mangiare da voi, offritegli sempre quello di cui potrebbe aver bisogno prima che ve lo chieda, perchè non lo farà mai come il bon ton del suo paese gli insegna.

Alla fine, queste usanze rispecchiano molto il bon ton universale, in quanto molte di esse son cose che di norma andrebbero/non andrebbero fatte a tavola. Ad ogni modo è giusto che vengano seguite perché è facile dire Japo per una serata alternativa. Ma meno facile avere rispetto per una cultura diversa dalla nostra che, alla fine, richiede solo un minimo di decoro.

E soprattutto, ragazzi miei, non portatevi a casa decine di tovaglioli, bacchette, spezie e quant’altro come souvenir da un ristorante giapponese…

La Redazione

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