Governo, consultazioni lampo. Stasera l’incontro con rappresentanti Pdl e Pd. Si fa strada l’ipotesi Renzi

Applausi scroscianti e lacrime di commozione, poi, subito il via ai lavori. E’ un’agenda fitta di incontri quella che apre il secondo mandato del presidente Napolitano, che da questa mattina […]

Applausi scroscianti e lacrime di commozione, poi, subito il via ai lavori. E’ un’agenda fitta di incontri quella che apre il secondo mandato del presidente Napolitano, che da questa mattina sta incontrando i rappresentanti istituzionali dei vari partiti.

Dopo il no comment del presidente del Senato Pietro Grasso e del presidente della Camera Laura Boldrini, in questi minuti tocca ai presidenti dei vari gruppi parlamentari, da Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia a Gennaro Migliore, Sinistra Ecologia e Libertà.

Nel pomeriggio invece sarà la volta di Lega, Scelta Civica, Pdl (Brunetta e Schifani), Pd (Zanda e Speranza) e M5s (Lombardi e Crimi). Come dire, il meglio alla fine. Chissà se anche a loro, in privato, il presidente Napolitano avrà fatto e farà la strigliata di capo che ha pronunciato, dissimulata dai toni altisonanti imposti dall’ufficialità della situazione,  durante il suo discorso di giuramento. “Se mi troverò di nuovo dinanzi a sordità come quelle contro cui ho cozzato nel passato, non esiterò a trarne le conseguenze dinanzi al paese”.

Insomma, questa volta ai rappresentanti dei vari partiti tocca proprio lavarsi ben bene le orecchie, e farlo in fretta, perché Napolitano non ha nessuna intenzione di stare a gingillarsi. “Non sono un salvatore della patria” ha chiarito Napolitano nel suo discorso: “accetto l’incarico che mi hanno chiamato ad assumermi per il bene del paese”.

Riforma elettorale e larghe intese in tempi ristretti i punti da cui dovrà iniziare a lavorare il nuovo governo. A cui Napolitano ha promesso il suo appoggio, fin quando “la situazione del paese e delle istituzioni me lo suggerirà e comunque le forze me lo consentiranno”.

Intanto, nella segreteria dimissionaria del Pd si fa largo il nome di Renzi come candidato. Un’ipotesi che non dispiacerebbe nemmeno al Pdl. “Sarebbe un vero segno di cambiamento” afferma Sandro Bondi. Ma Renzi declina l’invito: “Mai segretario di questo partito”. In ogni caso, secondo Pino Pisicchio, gruppo misto, le consultazioni dureranno poco, e il mandato “verrà dato tra pochissime ore”.

G.G

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