Entropica – Universo Disconnesso EP

La copertina di Universo Disconnesso, l’EP degli Entropica

Italia, paese di belle speranze, queste ultime non sempre coincidenti con il mondo della musica e delle bands emergenti. Fanno eccezione gli Entropica, quintetto di Rovigo che hanno messo alla luce “Universo Disconnesso”, un Ep contenente 5 brani carichi ed intensi. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Emanuele Brizzante, batterista della band:

Universo Disconnesso: da dove deriva il nome dell’EP? Se mi permetti, l’uso delle chitarre all’interno dei pezzi mi richiama proprio la forma della disconnessione, con accordi netti e secchi. Una scelta voluta oppure un caso? 
Il nome dell’EP è il titolo di una delle canzoni che riteniamo migliori tra quelle che si trovano al suo interno. Quel brano, scritto dalla nostra ex cantante Sofia Verza, richiama una forma di dissociazione dalla realtà che definirei quasi disturbante, una sorta di difficoltà a comprendersi e a comprendere ciò che ci circonda (“la paura di non conoscere il significato di ogni singolo attimo”), ciò che ci accade attorno. Musicalmente, si prestava bene ad essere titolo della nostra prima produzione discografica perché nonostante il senso del testo non abbia legami con la musica in maniera diretta, il suo titolo invece combacia esattamente con l’entropia che richiamiamo nel nome del nostro gruppo. Un caos che, nel bene o nel male, ci rappresenta.
La disconnessione, dal punto di vista chitarristico, se la intendete come presenza di numerosi stacchi improvvisi da momento melodico a momento più tagliente ed esplosivo è esattamente l’effetto che si voleva dare, quindi direi proprio di si. Alcune scelte di questo tipo non sono comunque perfettamente razionali, anche perché nell’atto della stesura dei brani prevale un approccio più di pancia e meno studiato, per cui non c’è molto spazio per dire “qui ci mettiamo una parte calma perché dal punto di vista ritmico ha più senso” o “questa tonalità è più adeguata al mood della canzone”. I brani nascono spesso jammando e se ci piacciono rimangono tali.

Come la maggior parte delle bands, siete su Facebook, Youtube e altri socials. Quanto può essere importante, specie in Italia, paese immobile di fronte alla musica nostrana, la promozione online? Avete avuto riscontri positivi? 
Ci sono diverse sfaccettature da prendere in considerazione quando si parla di social network. La velocità con cui si può raggiungere un numero enorme di persone è fantastica, probabilmente la rivoluzione più importante degli ultimi due secoli, e nella musica poter parlare con chiunque “in diretta” è una cosa fondamentale, anche e soprattutto per pubblicizzare l’uscita di un disco, i live, le notizie che riguardano la band. La cosa che nessuno aveva considerato rischiosa e ora si è rivelata parzialmente catastrofica è la sovrabbondanza di materiale, la democrazia esagerata di internet (intendiamoci, positiva) che permette a tutti di caricare brani, video, poesie, software, qualcosa che hanno creato di loro pugno. Nella possibilità data a tutti di dire la loro è connaturata una forma positivissima di libertà di espressione, ma altrettanto congenita in essa è l’effetto fiume in piena, l’esagerata reperibilità del materiale in quantità enormi. Milioni di bands ascoltate, come dite voi, da un pubblico immobile e disinteressato, troppo pigro per indagare su chi è veramente valido e che si ferma alla superficie: spazio aperto per i nuovi meccanismi pubblicitari che consacrano le star di YouTube e lasciano nelle retrovie i veri talenti (non sempre, chiaramente). Insomma, la realtà ha fatto presto a raggiungere il sogno che rappresentava internet e a farlo rientrare nei ranghi. Ma, in definitiva, rimane una scoperta che ha avuto e avrà ancora per lungo tempo un impatto devastante e con un trend (anzi, un outlook, visto che vanno di moda le agenzie di rating) che prevede termini come comodità e user-friendly essere sempre più all’ordine del giorno, anche nella musica. Poi diciamoci la verità, YouTube è semplicemente una figata, non riesco a ricordare quanto difficile era farsi sentire su internet quando non c’era (non citatemi MySpace, pessimo).
Noi personalmente abbiamo avuto ottimi riscontri, non ci saremo mai sognati di pubblicare un EP (per ora solo online) e avere qualche persona che ce lo richiede da altre città d’Italia. Solo internet può permettere cose di questo tipo, visto che al giorno d’oggi fare tour per farsi conoscere nelle altre regioni è impossibile per gli eccessivi costi dei trasporti e i pochi soldi che i locali vogliono investire in cultura vera (chissà perché per le tribute band la pecunia non manca mai!). Il nostro rapporto con i social, quindi, è di curiosità mista a tentativo di renderli più fruttuosi possibili e, si, in alcune porzioni della nostra attività musicale servono molto.

Dei cinque pezzi dell’EP, quello che è saltato subito all’orecchio è proprio la title-track, più cupa ed intensa rispetto agli altri, più energici e decisi (es. Cloroformio): cosa faranno gli Entropica da grandi? 
Da grandi? Grazie, ci fai sentire per una volta ancora adolescenti. L’alternanza tra momenti più cupi e malinconici (come quella da te citata ma anche “21/02”) e canzoni più dirompenti è il filo conduttore di quasi tutti i nostri brani (sono quasi venti, anche se l’EP ne registra solo cinque). La nostra nuova fase, non rispecchiata dall’EP che contiene brani composti parecchi mesi fa, in alcuni casi anni, prevede brani leggermente più complicati con stacchi strumentali e tendenzialmente più potenti. L’anima punk che si sente in alcuni brani sta venendo sostituita da qualche influenza più noise, alt-rock moderno e post-punk, sempre mantenendo la dualità tra potenza dell’incastro ritmico-melodico e sensibilità pop della voce femminile di Alessandra, che ci permette di creare potenziali singoli di orientamento radiofonico senza risultare né banali né, a mio avviso, scontati. Parlando di qualcosa di davvero futuro pensiamo che continueremo a produrre brani nostri fino a raggiungere un equilibrio maggiore all’interno del nostro genere di riferimento, per registrare poi un full-length che ci permetta di farci conoscere senza le limitazioni che cinque brani possono significare per chi vuole saperne di più.

Le influenze lasciamole al dottore o al farmacista, però indicateci qualche autore italiano sia del passato che contemporaneo che seguite o che semplicemente apprezzate 
Ci aspettavamo la domanda generalizzata delle influenze straniere, quelle italiane sono un po’ più difficili. Io personalmente sono un fan dell’alternative rock italiano moderno (dai CCCP in poi), ma sono il batterista e il drumming non influenza molto il genere di una band. Se non si è dei metallari drogati di doppio pedale, chiaramente.  Diciamo che la vecchia leva cantautorale, ovviamente superiore a quella nuova, come Tenco, Battisti, Guccini, De Gregori, Gaetano e De Andrè potrebbe essere una buona influenza per alcuni testi (perlomeno quelli da me composti), anche se le linee melodiche pop ammiccano di più ad artisti più recenti come Cesare Cremonini che, comunque, reputiamo molto sottovalutato da chi ascolta rock. Il buon Cesare ascolta e si ispira ai Queen e ai Beatles, band che ovviamente amiamo, e nel suo caso si sente molto: da noi si sente un po’ meno, ma non possiamo non sentirci parte di una sorta di legame intellettuale con artisti di quel tipo. Per la parte più rock della nostra produzione, non solo quella chitarristica ma anche ritmica, bisogna risalire comunque anche a qualcosa di più pesante, dai Black Sabbath ai Ramones, passando per Jefferson Airplane, Jesus & The Mary Chain e Mudhoney. Ma se posso dire la mia, gli Entropica sono influenzati soprattutto dalle cose che ci succedono quando suoniamo in sala prove o nei concerti che facciamo, vista la grandezza ancora limitata della band, in posti molto intimi dove anche solo un commento del pubblico può ispirare aneddoti o sensazioni che poi possono finire in un testo.

Ricorda ai nostri lettori le date di uscita dell’EP ed eventuali live 
L’EP è già disponibile in download gratuito qui: http://soundcloud.com/entropicaband/sets/entropica-universo-disconnesso/
Uscirà forse una versione stampata nei prossimi mesi, vi invitiamo a tenervi aggiornati sul nostro Facebook a questo indirizzo:
https://www.facebook.com/entropicaband
I prossimi live saranno l’8 Settembre al Vision Cafe di Rovigo e il 9 Novembre al Blocco Music Hall di San Giovanni Lupatoto, Verona. Ne seguiranno molti altri, quindi non dimenticatevi di controllare il nostro profilo.

Marco Della Gatta

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