Édouard Manet: una vita per l’arte

Le dejeuner sur l'herbe

Le dejeuner sur l’herbe

Il 30 aprile 1883 il mondo della pittura perde uno dei suoi esponenti più significativi, romantici, ribelli e geniali di sempre:  Édouard Manet. Nato a Parigi il 23 gennaio del ‘32, Manet appartiene a una delle famiglie più ricche della borghesia parigina: il padre, August, era un giudice e la madre era figlia di un diplomatico. Un destino – quello del giovane – che sembra già segnato; seguire le orme paterne sarebbe stata la strada più ovvia e probabilmente più semplice. Ma la vocazione pittorica di Édouard lo spinge ad opporsi al padre, il quale almeno inizialmente cerca di dissuaderlo: nel 1839 lo iscrive al Collège Saint Rolin, ma visti gli scarsi risultati prova a far intraprendere al figlio la carriera nella Marina militare. Il giovane Manet, però, non supera i quiz per accedere all’Accademia navale (il destino non si può aggirare) e per un solo anno si imbarca come mozzo a bordo della nave “Le Havre et Guadalupe”. Tornato a Parigi, Édouard convince finalmente il padre a non ostacolare la sua vocazione e anche se August vorrebbe far iscrivere il figlio a l’École des Beaux-Arts, il giovane preferisce studiare presso il celebre ritrattista francese T. Couture. Dopo sei anni, l’artista lascia lo studio del maestro, considerato troppo convenzionale e accademico, e comincia una serie di viaggi che lo vedono in Italia, Olanda, Austria, Germania; studia Goya, Velasquez, Tiziano, Giorgione e i pittori olandesi del 1600. Dal 1856 studia presso l’Accademie, seguendo le lezioni di Léon Bonnat. Nell’Accademie, Manet conosce anche celebri artisti e numerosi intellettuali. Grazie alla pittrice francese Morisot si avvicina al gruppo di artisti che saranno poi definiti “impressionisti”. Tuttavia, diversamente da questi ultimi, Manet ritenne che gli artisti moderni dovessero esporre al “Salon” e non disertarlo preferendo mostre indipendenti. Nel 1862, alla morte del padre, l’artista riscuote una grossa somma di denaro che gli permette di vivere dignitosamente, dedicandosi alla pittura. In questo periodo realizza una delle sue opere più belle e controverse: “Le déjeuner sur l’herbe”.Giudicata alla stregua di un abbozzo, mal rifinita, senza prospettiva, l’opera in realtà risente dell’influenza di grandi pittori del passato come Raffaello e Giorgione. Soprattutto alla Venere di Tiziano si rifà, invece, il dipinto del 1865 “L’Olimpia”, un nudo che non mancò di suscitare critica e scandalo nella società parigina del tempo. Gli ultimi anni della sua vita sono funestati dalla malattia; nel 1883 subisce anche l’amputazione di un piede, ma a nulla valsero le operazioni e le cure: dopo un lungo periodo di agonia, finisce in coma e muore poco dopo. Nonostante il distacco verso il movimento impressionista, Manet è da sempre considerato uno dei caposcuola del movimento o, almeno, una delle personalità più importanti che ne hanno contribuito alla nascita.

 Emiliana Cristiano

 

 

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