E’ possibile gestire la rabbia?

L’ultima volta in cui abbiamo stretto i pugni

Mettiamola così, dopo anni d’ indecisione e mancato coraggio ho deciso di decolorare la mia testa nera e passare ad un rosso più aggressivo, del resto è una legge ormai riconosciuta che ogni donna quando si trova dinanzi ad un cambiamento ha l’esigenza fisica e morale di sconvolgere il suo crine; mettiamola così, durante la posa della tintura il mio telefono ha iniziato a squillare riptutamente ed ogni volta era per questioni stupide o di gran rilievo ad ogni buon conto non certo discutibili con una colata rossa in testa; mettiamola così, dopo quattro estenuanti ore ho alzato la testa , osservato il risultato finale e trattenuto una cattiva parola. Quello che speravo venisse fuori come un rosso intenso somigliava più ad un arancione carota ed è stato in quel momento che ho compreso, che, beh, non è vero che la rabbia dura solo novanta minuti; rosso è diventato il colore del mio viso e non è servito saccheggiare il negozio di trucchi e profumi, non è servito chiudersi nella cabina di un negozio d’abiti indossando di tutto, non è servito perchè, caro scienziato di turno , la rabbia non dura 90 minuti, al massimo fa’ finta di dormire ma viene a letto con te. Bene, il mio è stato sicuramente un episodio di poco rilievo ma proviamo ad immaginare l’ultima volta in cui per qualcosa d’importante abbiamo puntato i piedi in terra, stretto i pugni, digrignato i denti, iniziato a sudare vendetta e trattenere lacrime di suscettibilità. La collera ha sicuramente origini ataviche ed è ben evidente dalle reazioni anche fisiche che suscita, persino i bambini sanno cos’è; è reazione ad una costrizione, la si può provare verso qualcosa o qualcuno e questo è sicuramente il caso più difficile da gestire. L’idea di essere state vittime di un’ingiustizia, di un resoconto sbagliato, di un finale inaspettato può durare anche un’intera vita, quindi ti sfidiamo a restar calmo, scienziato di turno!

C’è però da fare una riflessione; essendo esseri dotati d’intelletto sarebbe il caso di valutare ogni sentimento con la dovuta razionalità, quindi, tiriamo un sospiro e proviamo a comprenderne i motivi e considerarne gli elementi positivi o quantomeno proviamo a gestirla. La rabbia và urlata, raccontata, destrutturata affinchè non si insidi negli anfratti meno raggiungibili dell’anima, và compresa, senza questo piccolo demone urlante saremmo indifesti, senza protezione, vulnerabili, và studiata per comprenderne i fattori scatenanti e provare a limitarli e questo sarebbe decisamente di grande aiuto per un equilibrio psico-fisico generale.

Questo tipo di alterazione può diventare un tesoro, può aiutarci a comprende, cosa, perchè e chi ci stia facendo del male senza dimenticare che il riflesso del nemico potrebbe anche riflettersi al nostro specchio, imparare ad ammettere i propri limiti e bisogni può aiutarci ad essere migliori ed a vivere chi ci circonda con ulteriore serenità. Eh si, la rabbia può essere un dono ma io da domani cambio parrucchiere.

Fiorella Quarto

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