Don Panino a Vienna: una mafia da mangiare

Don-Panino

Panini con nomi vittime mafia da Don Panino a Vienna

“Italiani mafiosi” è il tipico epiteto con cui alcune nazioni c’identificano, aggiungendo anche “pizza e mandolino”: mentre il secondo è simpatico, il primo provoca inevitabilmente fastidi e malumori.
L’abitudine, che naturalmente affiora, ha un limite: il rispetto.
Dei connazionali residenti a Vienna hanno ripetutamente chiesto aiuto all’ambasciata italiana (spesso senza aver alcuna risposta) protestando a causa di una paninoteca viennese, chiamata “Don Panino”, che sfotte apertamente alcuni eroi della lotta alla mafia, intitolando loro dei panini e dando addirittura descrizioni macabre dei loro destini.
Finalmente la protesta ha raggiunto il Ministro Emma Bonino, le cui rimostranze probabilmente hanno fatto chiudere il locale.
Non è la prima volta che all’estero siano intitolati panini ai mafiosi italiani (da noi si usa anche con i politici) ma la misura è colma, quando s’infanga la gente che è morta per dei grandi ideali.
Dando una rapida lettura agli ingredienti, si scopre che la maggior parte di essi sono d’origine italiana (il pesto, la porchetta, il grana, la mozzarella, il tartufo, il prosciutto di “San Daniele”, ecc.) ed è molto comodo irridere il nostro paese ma nello stesso tempo sfruttarne i pregi per creare affari.

Alcuni panini possono suscitare una sana ironia, magari associandoli alla biografia dei vari boss citati: la maggior parte dei panini difatti sono intitolati a mafiosi (in certi casi viene “messo in bocca” al mafioso , termine decisamente appropriato,  il suo cibo preferito come ingrediente del panino)

Per esempio leggendo gli ingredienti del panino “ Don Costello” (riferito al gangster Frank Costello) si legge “capocollo di maiale”: facile è il rimando alla battuta di Lino Banfi (“ti spezzo la noce del capocollo”), pensando a come avrebbe reagito il feroce boss ad una presa in giro di tale portata.
Un altro panino è “Don Greco”, riferito al boss Michele Greco.
L’anziano boss, al termine del maxi processo mafioso che lo vide imputato nel 1987, fece una dichiarazione conciliante in aula, auspicando serenità e citando addirittura il Vangelo.
Probabilmente la sua reazione non sarebbe stata tanto pacifica, venendo a sapere che un volgare panino è stato intitolato a suo nome.
Alcuni nomi sono di pura fantasia (appare addirittura un “ Don Cipolla” presunto cuoco dei boss mafiosi ) e altri denunciano una certa confusione storico/ cinematografica.
Ad esempio c’è un “Don La Motta”, il cui personaggio non sembra esistere: probabilmente i proprietari del locale hanno pensato a Jack La Motta, in realtà un famoso pugile.
Clamoroso strafalcione va riferito al panino “Don Corleone”, il cui ingrediente base è il pesce: è risaputo che il personaggio Don Vito Corleone ( l’interprete del film “ Il Padrino” ) “ abitava” a New York e non aveva nulla a che fare col mare.

Appare addirittura un “Don Morello”, che in realtà è un personaggio del videogioco “ Mafia the city of lost heaven”.

Il motivo che ha provocato una giusta indignazione, non è stato solamente l’intitolare i panini ad eroi della lotta alla mafia (con macabra citazione a seguito) ma addirittura l’averli definiti “ Don”, (che originariamente fu un titolo di prestigio ma che universalmente è riconosciuto come mafioso).
Il prefetto Cesare Mori, ad esempio, ha combattuto aspramente la mafia nel primo periodo del ventennio fascista: merita rispetto e non certo di essere messo alla berlina.
Una scusante è data dal fatto che il prefetto è morto nel proprio letto (quindi non assassinato) e non ha citazioni troppo offensive (se non il legame tra il prosciutto di “San Daniele” e le sue origini friulane).
Lo stesso non si può dire di Peppino Impastato (il cui cognome singolare può aver attirato l’attenzione dello chef) che attraverso un radio libera siciliana denunciava gli episodi mafiosi, con tanto di nomi e cognomi.
Impastato morì dilaniato da una carica di tritolo sui binari di una ferrovia, nel tentativo di far passare la sua morte come un suicidio.
La vergognosa descrizione del panino è: “Siciliano dalla bocca larga che fu cotto in un attentato come un pollo nel barbecue”.
Ancor più pesante è il panino “Don Falcone”, la cui dicitura è “trasformato in una salsiccia alla griglia”: il riferimento è chiaramente dato all’attentato di Capaci, dove il giudice morì carbonizzato, sperando che un successivo sberleffo non si colleghi alla stazza del magistrato.

L’italiano comune ha difetti molto evidenti e una storia peculiare che non può e non deve essere nascosta.
L’Italiano comune è però anche un eroe e lo ha dimostrato in diverse occasioni.
E’ segno d’intelligenza accettare le battute, ma è segno di rispetto riconoscere il sacrificio di certi individui.

Rey Brembilla

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