De Magistris “re (dei rattoppi)” senza macchia e senza paura. “Mi autodenuncerò per l’aria che respiro”

Rattoppi, rappezzi, colate d’asfalto di dubbia consistenza contro buche, fossi e voragini che ormai fanno del reticolo viario partenopeo una tela strappata in mille punti diversi. E ovviamente, quale miglior […]

Rattoppi, rappezzi, colate d’asfalto di dubbia consistenza contro buche, fossi e voragini che ormai fanno del reticolo viario partenopeo una tela strappata in mille punti diversi. E ovviamente, quale miglior occasione dell’arrivo di quasi 200 ciclisti in città per il via del Giro d’Italia 2013, che torna a Napoli dopo 50 anni, per sollevare le polemiche sulla situazione pericolante e pericolosa del manto stradale della città?

Ieri, alla vigilia della partenza del Giro 2013, il sindaco Luigi De Magistris e l’assessore alla mobilità cittadina Anna Donati si sono visti smorzare l’entusiasmo per l’evento imminente dall’arrivo di un avviso di garanzia, fresco fresco di giornata, che accusa sindaco e assessore di mancata tutela della sicurezza dei trasporti, degli automobilisti e dei cittadini tutti. Il nocciolo della querelle: non aver investito tutti i fondi necessari a riparare (veramente) le strade di Napoli, che ogni giorno fanno più danni che un elefante in una cristalleria, tra cadute di pedoni e centauri con ferimenti e successive denunce al comune annesse, macchine sfasciate dalle buche, incidenti automobilistici e mezzi pubblici irrimediabilmente danneggiati.

Oggi è arrivata la replica di De Magistris: l’amministrazione comunale è senza soldi, fare di più non si può. “Se i soldi non arriveranno mi autodenuncerò per l’aria che respiro, per il trasporto pubblico e per le fogne che non vanno bene”. Insomma, il comune di Napoli è in fallimento e lui, questi soldi, davvero non sa dove prenderli. Eppure per le riparazioni stradali sono stati stanziati, tra il 2011 e il 2012, 5 mln di euro.

Tutto quello che era rimasto evidentemente è stato speso in previsione del Giro d’Italia: e sui social network spopolano fotomontaggi di “Giggino sindaco preferito dai meccanici” e affini, e fotografie dei rattoppi stradali fatti negli ultimi giorni, corredate di variegate insinuazioni/accuse/improperi contro il sindaco, la cui politica di rilancio dell’immagine della città in occasione dei grandi eventi ricorda tanto il modus operandi dell’amato/odiato Bassolino, a cui peraltro De Magistris ha addebitato recentemente, in un agguerrito botta e risposta su twitter, la responsabilità dello sfascio dei trasporti pubblici.

(Bassolino: “Napoli, il trasporto pubblico peggiora ogni giorno, è ormai allo sfascio. Possibile che il sindaco, Luigi de Magistris, e il presidente della regione Campania, Stefano Caldoro, non se ne accorgano?”; De Magistris – secco – : “Abbiamo ereditato un disastro”. Sottinteso: Chissà da chi.)

Insomma, se c’è una colpa da imputare al sindaco di Napoli è quella di aver voluto fare bella figura coi ciclisti. D’altronde, si sa, lui è un sostenitore attivissimo e convinto della mobilità green, biciclette in primis, e soprattutto della possibilità di importarla a Napoli e farne un modo di spostarsi alternativo ai mezzi pubblici (scarsi) e ai piedi (stanchi).

Quello che conta è che gli avvisi di garanzia, a super Gigino, non fanno paura. Lui, da ex pm, conosce la legge, e ne ha viste e straviste.  “Quando ero magistrato più si andava a fondo e più mi arrivavano avvisi di garanzia e io più caricavo, sono come pillole ricostituenti” ha dichiarato in merito all’inchiesta. E poi ha aggiunto: “Oggi mi sento ancora più determinato nell’andare avanti, convinto che la nostra azione vada nella direzione giusta: liberare Napoli dalle ingiustizie diffuse e dal malaffare, renderla più vivibile e più bella, darle quella dimensione di capitale del Mezzogiorno che essa merita, dove servizi e diritti sono garantiti a tutte e a tutti senza distinzione. Che si facciano tutte le indagini possibili: scopriranno che dedico tutta la mia vita alla città nell’interesse pubblico e per il bene comune.”

G.G

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