Cucina in Tv!

Un’ingorda Clerici

Cosa bolle nella pentola del palinsesto televisivo italiano? Tutto fumo e niente arrosto a quanto pare…

Da anni siamo stati come invasi da programmi televisivi che parlano di gastronomia, quasi ficcandoci in bocca questa assurda moda un pó come quando da piccoli la mamma ti ficcava a forza di buone o cattive il cucchiaio di pastina!

Format televisivi nostrani o esterofili che siano, ormai non si contano più. La Clerici ha fatto da apripista con il suo La Prova del Cuoco. Poi c’è stata quella che io amo chiamare “l’invasione aliena” dei vari Masterchef, Bakeoff e Chopped.

Ma perchè questa invasione? Partiamo dal presupposto che cibo è socialità. Che si tratti di affari, di riunioni familiari o di convivi tra amici, mangiare è da sempre un importante fattore aggregante sociale per l’uomo, dai secoli dei secoli.

Chi ha quindi pensato a questi tipi di format si puó dire di “aver vinto facile”, proponendo argomenti che sono all’ordine del giorno per tutti noi.

Giá, all’ordine del giorno come i reality. La “NORMALIZZAZIONE DELLO SPETTACOLO” dunque vince sulla professionalità televisiva, sulla preparazione di attori, comici, presentatori e professionisti che da sempre hanno reso la tv una faccenda seria e che senza arte non la si poteva affrontare. Oggi, ahimè, passa il messaggio fondamentale attraverso il quale se sai fare un uovo al tegamino e magari hai un bel viso o un fondoschiena da urlo allora sei il Re del piccolo schermo.

Difficile da…digerire!

E allora quali sono i rimedi? Sicuramente un arricchimento della proposta televisiva settimanale sarebbe quasi obbligatoria, magari tornando a riproporre la serata cinema come faceva un tempo la cara vecchia Mamma Rai. Oppure diversificare gli orari di fruizione dei programmi “gastronomici”, che per adesso invadono letteralmente il Prime Time con violenza.

Insomma le critiche vengono servite su un vassoio d’argento.

PATRIZIA DIOMAIUTO

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