Coppa America: Brasile e Argentina, una crisi annunciata

Lionel Messi. Non è bastato lui ad evitare l’eliminazione dell’Argentina ai quarti di finale della Coppa America 2011

Volendo commentare l’eliminazione ai quarti di finale della Coppa America di Argentina e Brasile, si potrebbe parlare di caduta degli Dei, e si potrebbe anche dire che si tratta di eliminazioni clamorose ed improvvise. Forse e proprio così. Ma col senno di poi si può anche valutare, con tutta la serenità del caso,  che siamo noi, addetti ai lavori, giornalisti, tifosi o comunque appassionati di calcio, a non voler vedere il vero stato delle cose e pesino, a volte, a negare l’evidenza. Col senno di poi, si dirà, è facile; certo, ma è anche vero che i segnali per immaginare un crollo delle due super potenze del calcio sudamericano c’erano tutti. Basti pensare al risultato ottenuto l’anno scorso al mondiale in Sud Africa dalle due compagini sudamericane. L’Argentina è uscita proprio ai quarti di finale per mano della Germania, dopo una sonora sconfitta per 4-0. E ai quarti si è fermato anche il Brasile, sconfitto dall’Olanda trascinata da un ispiratissimo Sneijder. Da allora è passato un anno e per le due nazionali molte cose sono cambiate, ma, mai come questa volta, sembra valere il detto “tutto cambia affinchè nulla cambi”.

Ma analizziamo le due formazioni singolarmente a partire dall’eliminazione del Brasile, l’ultima sorpresa in ordine di tempo. I verde oro, guidati dal ct Mano Menezes, sono stati sconfitti ai calci di rigore dal Paraguay. Ma più che parlare di sconfitta, forse, bisogna parlare di suicidio, sportivo si intende, visto che la Selecaò è riuscita a sbagliare ben quattro rigori. Ed è proprio questo dato che lascia sconcertati. I brasiliani famosi per i piedi buoni sbagliano 4 rigori. Nell’ordine: Elano, Thiago Silva (ma chi l’ha scelto come rigorista?), Andre Santos e Fred. A discapito del Brasile c’è comunque il fatto che se l’è giocata, a differenza del Paraguay che si è arroccato in difesa, e che la sfortuna ha avuto la sua parte in questa clamorosa eliminazione. Va anche detto però che da qualche anno non assistiamo più al solito Brasile. La nazionale più fantasiosa del mondo si è Europeizzata, forse per i troppi calciatori che giocano nel vecchio Continente,  e questo sembra averle fatto molto male. Il Brasile deve fare il Brasile e se non lo fa rischia di fare brutte figure e persino che i suoi calciatori si dimentichino come si calciano i rigori.

Ancora più meschina è la figura fatta dall’Argentina e anche questa ha origini lontane come si evince dai risultati del mondiale dell’anno scorso. A mascherare il default dell’Argentina l’anno scorso in Sud Africa è stato l’allora ct Diego Armando Maradona. La sua poca esperienza e le scelte tutt’altro che condivisibili ( vedi lasciare fuori i senatori), sono stati gli alibi perfetti della debacle sudafricana. A distanza di un anno, più o meno, il popolo argentino ha scoperto però che forse tutta la colpa non era del Pibe (dopo la prima gara i tifosi già invocavano il ritorno di Maradona) e purtroppo lo ha scoperto a sue spese. L’Argentina, infatti, paga lo scotto maggiore dalla competizione continentale. Messi e company erano i padroni di casa e per questo, o anche per questo, erano i favoriti d’obbligo. Invece i padroni di casa sono andati fuori, sconfitti dal’Uruguay per 6 a 5 dopo i calci di rigore. Ora che Maradona non c’è bisognerà trovare un nuovo caprio espiatorio, il tecnico Baptista o Messi i maggiori indiziati, o magari cominciare ad interrogarsi sul cosa non vada veramente. La seconda soluzione sarebbe forse quella più idonea ma certo due parole su Lionel Andrés Messi non si possono non dire. Il più forte calciatore del mondo come sempre in nazionale diventa uno dei tanti, incapace di cambiare marcia e fare la differenza, e non bastano le ultime due gare giocate sopra il livello della media. Sarà anche il più forte calciatore del mondo, attualmente, ma dopo quest’ultima performance risparmiateci tutti i paragoni con Maradona, quello che  da tecnico non ha portato l’Argentina più in là dei quarti di finale di un mondiale, ma che da calciatore un mondiale lo ha vinto da solo. E forse un campione è proprio uno che fa così.

Insomma gli indizi c’erano tutti ma non siamo stati in grado di vedere. Brasile e Argentina sono le nazionali più titolate del continente e avrebbero dovuto arrivare entrambe in finale con facilità. Invece non è andata così e a giocarsi la Coppa America saranno Venezuela, Perù, Paraguay e Uruguay. E’ la geografia del calcio che si sposta. Ogni tanto succede ed è bene che sia così.

Umberto Rennella

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