Caso Formigoni. Maroni: “Difficile che si arrivi al 2015, voteremo prima”

Roberto Formigoni

Sono due le ipotesi di reato che la Procura di Milano ha rivolto contro Roberto Formigoni, Presidente Pdl della Regione Lombardia: finanziamento elettorale illecito di oltre mezzo milione di euro nel 2010 da un’azienda sanitaria privata per le regionali lombarde, e corruzione per la somma di una serie di benefit di ingente valore patrimoniale (case, yacht, cene, vacanze di lusso per un totale di 400 mila euro), messi a disposizione del governatore lombardo da Pierangelo Daccò, col “prezioso” ruolo di facilitatore dei rapporti tra la Fondazione Maugeri di Pavia e i vari settori amministrativi del Pirellone. Pochi spiccioli, se messi a confronto con i 70 milioni di euro versati attraverso una serie di false fatturazioni e indirizzati in una serie di conti esteri, rientrati in Italia solo in parte e spesso prelevati in contanti dallo stesso Daccò.

E proprio ieri il Consiglio Federale del Carroccio, ha deciso di valutare la possibilità di anticipare le elezioni per la regione Lombardia e abbinarle alle politiche del 2013. Una scelta prevedibile dopo lo scandalo del governatore lombardo e già anticipata da Maroni he prima della riunione ha dichiarato: “Mi pare che tutto quello che è successo renda piuttosto difficile pensare che si possa arrivare fino al 2015. Per una questione di opportunità il termine può essere il 2013, quando passa il treno delle elezioni politiche”. Sono pienamente d’accordo con lui anche  il capogruppo al Pirellone, Stefano Galli, e il vicepresidente della Regione Lombardia, Andrea Gibelli che durante la riunione hanno spiegato: “Nelle prossime settimane faremo una valutazione attenta in merito all’ipotesi di un eventuale abbinamento delle elezioni regionali con le politiche del 2013. Riteniamo infatti – proseguono – che non necessariamente si possa arrivare alla scadenza naturale e quindi subito dopo il congresso dei primi di luglio approfondiremo questo ragionamento”.

Di fronte a questa probabilità, replica Piero Bassetti, primo presidente della Regione Lombardia, ispiratore del Gruppo 51 che ha sostenuto la candidatura del sindaco Giuliano Pisapia, convinto che Formigoni debba “restare al proprio posto”. In particolare, Bassetti spiega di essere pienamente soddisfatto dei 17 anni di governo Formigoni ed elogia soprattutto “l’organizzazione della macchina amministrativa: un modello efficiente, unico. Buone relazioni esterne, che per la Lombardia sono molto importanti. Il sistema di welfare migliore del Paese, ancora oggi, e non solo per la sanita’, ma per l’attenzione al terzo settore e l’assistenza alle famiglie”.

Insomma, per Bassetti “un passo indietro di Formigoni aprirebbe la crisi del sistema lombardo e produrrebbe uno stravolgimento notevole”, ma sarà la magistratura ad accertare fatti e responsabilità. Intanto l’ex ministro Maroni, detta già la linea della Nuova Lega: “Non ci saranno né repulisti né amnistie, per quanto mi riguarda. Vedremo caso per caso”. Per quanto riguarda invece la bozza del nuovo statuto approvato dal consiglio federale del Carroccio che prevede una gestione collegiale del partito tra il nuovo segretario e il presidente in pectore Umberto Bossi, Maroni dichiara: “Il congresso deciderà, ma è chiaro che la linea politica del movimento la farà il segretario”

Anna Panarella

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