Carabiniere rapito in Yemen: si esclude terrorismo

Un suggestivo scorcio della capitale yemenita, Sana’a.

Da sempre associamo tristemente il nome “Yemen” ai conflitti politici che lo vede protagonista dal 1990, quando la sua Repubblica si costituì dalla fusione tra Yemen del Nord e Yemen del Sud. Queste due terre non hanno mai abbandonato le proprie matrici politiche (islamica la prima e socialista la seconda), dando vita ed inevitabili scontri. Scontri che tutt’ora persistono, sotto gli occhi del Presidente Abdel Rabbo Mansour al-Hadi, unico candidato alle elezioni presidenziali del 21 Febbraio 2012. Violenza, morte, terrorismo, rapimenti: queste le parole chiave legate purtroppo a molte terre mediorientali.

Ieri è stato un giorno particolarmente caotico a Sana’a: un gruppo composto da un centinaio di uomini armati, ha preso d’assalto il Ministero degli Interni, tenendo in ostaggio alcuni impiegati e rilasciandoli alcune ore dopo. Nello Yemen i rapimenti sono quasi all’ordine del giorno, basti pensare che in 15 anni son state sequestrate circa 200 persone, con il classico scopo di ottenere soldi tramite riscatti.

Ed anche di rapimento si tratta, quello di ieri a discapito di Alessandro Spadotto, carabiniere friulano di 29 anni. La sua unica “colpa” quella di essere a Sana’a, capitale dello Yemen, in servizio all’Ambasciata Italiana. Erano le 11.15 circa ore italiane quando il militare, in borghese ad acquistare una ricarica per il telefonino, è stato prelevato con la forza da un commando armato, nel quartiere di Hadda, nella capitale yemita. Nulla si sa ancora di Alessandro Spadotto, il quale ha cercato ieri sera di rassicurare i familiari tramite un sms inviato alla fidanzata, dal testo “Sto bene, non vi preoccupate“. Stavolta, i sequestratori di turno richiedono, in cambio della restituzione di Spadotto, il rilascio di un detenuto e la resa di alcune terre che apparterrebbero loro, secondo quanto dicono.
Il governo di Sana’a ha promesso di fare di tutto affinchè si ritrovi il carabiniere friulano e lo si porti in salvo.
Si esclude la pista del terrorismo, ma il vero timore è che possa esserci comunque un cambio di “mani“, da quelle dei criminali tribali a quelle di Al Qaeda. Ragion per cui, pochissime sono le informazioni che trapelano, giustamente ed altamente protette dalle figure di competenza. La Farnesina si sta attivando per il ritrovamento e liberazione del militare italiano  Spadotto, confrontandosi con il ministro degli Esteri yemenita, che da parte sua assicura massima disponibilità ed impegno affinchè il nostro connazionale possa tornare a quel lavoro che ha sempre amato e che, ahilui, stavolta lo ha messo in pericolo.
Non ci resta che attendere, speranzosi, qualche positivo aggiornamento.

La Redazione

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