Cake Design mania, Giada Baldari si racconta a La Rosa Nera

“Sugar Queen” di Giada Baldari è in Vico Ischitella 7 a Napoli

Può una passione essere così prorompente da farti decidere di cambiare vita e prospettive, così di punto in bianco? A guardare la storia di Giada Baldari, la risposta è inevitabilmente “Sì!”. Dalle aule di un tribunale a un laboratorio di pasticceria tutto suo, l’amore per i dolci, e quella potente sensazione di creare con le proprie mani qualcosa che regali gioia a chi l’assaggia, l’ha portata in poco tempo a fare della sua passione, il proprio lavoro. Complice uno spirito creativo che l’ha accompagnata sin dalla sua infanzia, tenuto a bada durante gli studi universitari, ma a cui si è dovuta arrendere arrivata ad un certo punto della sua vita.  Via codici e toga da avvocato, largo a grembiule e mattarello. Seguendo la mania della Sugar art, esplosa in Italia anche grazie a Buddy, The Cake Boss, oggi Giada Baldari è una tra le cake designer più apprezzate di Napoli e realizza ogni giorno torte che sono dei veri capolavori  di fantasia, dolcezza e creatività. Provate ad entrare nel suo laboratorio in Vico Ischitella e vedrete. Noi l’abbiamo fatto, e tra un assaggio di macaron e uno sguardo incantato alle sue dolci creazioni le abbiamo chiesto: “Come si diventa una ‘regina’ delle torte?” . Ecco cosa ci ha risposto:

 

– ALLORA GIADA, QUANDO E COME HAI DECISO CHE QUESTA ATTIVITA’ SAREBBE DIVENTATA IL TUO LAVORO?

Ho sempre avuto una doppia anima: da un lato volevo diventare un’affermata donna in carriera, e dall’altro volevo coltivare il mio spirito un po’ d’artista. Ho sempre dipinto, disegnato, creato e questo anche grazie all’influenza della mia famiglia: mia nonna era una grande sarta che nel suo Atelier ha vestito regine e principesse, il mio bisnonno era pittore. Perciò ho sempre vissuto questo conflitto. Anche quando all’università studiavo Giurisprudenza, per un periodo  volevo fare la giornalista e stavo quasi prendendo il tesserino da pubblicista.  Poi ad un certo punto abbandonai l’estro creativo per mettermi sotto a studiare. Dopo la laurea ho iniziato a prepararmi per il concorso di magistratura, e nel frattempo ho iniziato ad esercitare come avvocato. Ma mi rendevo conto che quella vita non era congeniale al mio spirito: quando scrivevo gli atti in studio mi guardavo intorno, vedevo le pareti grigie, i libri, il computer e pensavo: “Deve essere solo questo la mia vita?”.  Ma il momento decisivo è stato il compleanno di mia figlia, il 6 giugno del 2010, è da lì che è iniziato tutto…

 

– RACCONTACI COME E’ ANDATA…

Mia figlia voleva una torta particolare con la carrozza, cenerentola, biancaneve, i sette nani, e non sapendo a chi rivolgermi decisi di provare a farla io. Andai in un negozio al Vomero, che è stato il mio primo fornitore, e comprai tutta l’attrezzatura. Spesi una bella cifra perché tutti i prodotti e gli strumenti per fare queste torte sono costosissimi. La ragazza che mi vendette queste cose si incuriosì molto –  perché quando ho iniziato io la moda del cake design non era ancora così diffusa – e mi chiese di portarle a vedere le foto della torta quando l’avrei finita. La torta di mia figlia fu un successone! Era la prima volta che toccavo questa materia che ormai è diventata per me croce e delizia, e di cui non ne posso fare a meno…

 

– QUANDO HAI DECISO DI INTRAPRENDERE QUESTO LAVORO, HAI FATTO STUDI PROFESSIONALI IN MERITO O HAI OPTATO PER IMPARARE IN PROPRIO? 

Sin da quando ero piccola tra le mie tante attività e hobbies ho sempre fatto torte normali tipo la crostata, la pastiera, la caprese, struffoli, chiacchiere e devo dire che erano sempre abbastanza apprezzate. Non avevo mai fatto nulla in pasta di zucchero, non avevo visto nessun tutorial né letto niente. La mia missione era far avere a mia figlia la torta che voleva, e io che sono abbastanza testarda mi ci misi di impegno. Il risultato fu così apprezzato che alcune persone iniziarono a chiedermi di realizzare per loro delle torte in pasta di zucchero.  Da giugno a settembre è stato un continuo crescendo, sono arrivata anche a fare 6/7 torte al giorno in casa, però fin da subito ho sempre avuto questa voglia e questo desiderio di “mettermi in regola”  e quando sono arrivata al punto di non poter più fare torte a casa ho deciso di aprire un laboratorio.

 

– DA DOVE TROVI LO SPUNTO PER CREARE LE TUE TORTE ?

Molto spesso sono i clienti a chiedermi di realizzare una torta in particolare portandomi delle fotografie di torte realizzate anche da altri, ma in ogni caso io cerco sempre di variarle dandogli un tocco personale; in generale l’ispirazione la traggo principalmente dal mondo delle favole non necessariamente quello dei cartoni, ma comunque un mondo fiabesco immaginario fatto di coroncine e  principesse, che ti porti un po’ come retaggio da quando sei bambina. Un mondo romantico ma non troppo.

 

– IL NUOVO NOME CHE HAI SCELTO PER LA TUA ATTIVITA’ “SUGAR QUEEN” VIENE DA QUESTO TUO AMORE PER IL MONDO DELLE FIABE ?

Mi sono trovata in una situazione per cui sono stata costretta a cambiare il nome. Non che  “I dolci di Giada” all’inizio mi facesse impazzire, anche perché non c’è stato uno vero studio dietro il nome, è nato molto spontaneamente, però bene o male piaceva, riscontrava successo, anche perché Giada è un nome melodioso da pronunciare…e proprio ora che mi ci stavo affezionando ho dovuto cambiare nome. A questo punto ho scelto di giocare d’ironia, mi sono data un tono non in termini presuntuosi  ci mancherebbe, anche perché non penserò mai di essere la regina delle torte, né la più brava. Era un nome che mi piaceva, mi faceva ridere e poi mi ricordava un po’ Buddy, il Boss delle torte…

 

– NONOSTANTE IL CAKE DESIGN ABBIA ORMAI PRESO PIEDE IN ITALIA, C’E’ ANCORA CHI E’ CONVINTO CHE “BONTA’ E BELLEZZA” NON SIA UN BINOMIO CHE CARATTERIZZA QUESTE TORTE:  SPETTACOLARI FUORI MA ALL’INTERNO TROPPO “AMERICANE” PER I NOSTRI GUSTI. TU COME RIESCI A CONCILIARE LO STILE ANGLOSASSONE DI QUESTE TORTE CON LA TRADIZIONALE QUALITA’ DELLA PASTICCERIA ITALIANA ?

Questa affermazione la sento dire spesso dalle persone, soprattutto quando vengono per la prima volta in laboratorio ad ordinarmi una torta. Per quanto mi riguarda, sin dall’inizio ho sempre dato molta più importanza all’interno della torta.  Adesso poi, seguo un corso professionale alla scuola del Gambero Rosso per approfondire le basi della pasticceria italiana.  Sto cercando di trasformare la mia attività in un pregiato, unico nel suo genere, laboratorio di pasticceria artistica dove poter coniugare la sugar art e l’alta pasticceria italiana offrendo ai clienti la migliore qualità dei miei prodotti. Perché non dobbiamo dimenticare che è da quello che si parte: fare torte spettacolari è un’arte che va premiata, ma per come la vedo io una torta deve essere soprattutto buona.

 

– OLTRE ALLE DECORAZIONI E ALLA CURA DEI DETTAGLI, PUOI DIRCI QUALCOSA DELL’INTERNO DELLE TUE TORTE? CON CHE BASI PREFERISCI LAVORARE?

Queste torte nascono con le basi americane che sono più solide e burrose delle nostre, per questo a volte si sente dire che queste torte non piacciono.  Io però preferisco lavorare con il classico pan di spagna all’italiana, morbido, leggero, bagnato e farcito con crema chantilly piuttosto che ganache al cioccolato. A furia di fare torte ho elaborato la mia personale ricetta di pan di spagna e farcitura: partendo da ricette già comprovate, le ho bilanciate e modulate arrivando ad ottenere un risultato che per me è ottimo sia da un punto di vista del gusto che della giusta consistenza necessaria a questo tipo di torte.

 

–  NELLA TUA CITTA’, NAPOLI, CHE HA ALLE SPALLE UNA GRANDE E RINOMATA TRADIZIONE DOLCIARIA, QUAL’E’ IL RAPPORTO CON IL CAKE DESIGN? LE PERSONE TI SEMBRANO PIU’ INCURIOSITE O SCETTICHE IN PROPOSITO?  

Attorno alle mie torte ho sempre avuto un riscontro molto positivo, chiunque delle mie torte ha  sempre molto apprezzato sia l’estetica che il gusto; forse sono di più i pasticceri e chi lavora nel campo dolciario a non vedere di buon occhio il cake design, per la ovvia ragione che si vedono all’improvviso affiancati da persone che iniziano a far torte senza arte né parte, e senza aver condotto alcun tipo di studio professionale. Chiaramente è giusto che ci sia un po’ di risentimento, però come in tutte le cose ci vuole equilibrio e moderazione nel senso che il cake design non và né esaltato né tantomeno demonizzato.

 

– QUALE E’ STATA LA TORTA PIU’ DIFFICILE CHE HAI REALIZZATO? 

Forse un Pippo in 3D,  perché Pippo ha un muso abbastanza pronunciato ed è difficile da realizzarlo. Per questo non ho usato il classico pan di spagna ma basi americane tipo brownies che in genere è quello che prediligo per realizzare le torte 3D.

 

– QUALE E’ STATA INVECE LA RICHIESTA PIU’ PARTICOLARE MAI RICEVUTA DA UN CLIENTE? 

Una donna alla quale si rompono le acque e che sta per partorire mentre il marito gioca con la paperella nelle acque rotte e che riproduceva la copertina di un libro a tema gravidanza e parto; e poi la riproduzione di una tac per un medico.

 

– VEDENDO UNA TORTA REALIZZATA DA ALTRI CAKE DESIGNER, HAI MAI PENSATO “QUANTO E’ BELLA, AVREI VOLUTO FARLA IO!”?

Questo mi capita spessissimo! Sono  moltissimi i cake designer che mi piacciono e che realizzano cose che mi fanno impazzire, ma anche pasticceri. Non ho alcun problema ad ammetterlo anzi secondo il mio modo di ragionare se c’è un complimento o un riconoscimento da fare, va fatto. Non si è da soli in questo mondo, è giusto confrontarsi quotidianamente con gli altri, e se qualcuno fa cose più belle delle tue non ti deve sminuire ma semplicemente ti deve aiutare a crescere. Forse non tutti la pensano così, ma secondo me nella concorrenza non deve mai mancare la stima reciproca.

 

– PARLIAMO DEI TUOI CORSI: NON SOLO APPRENDIMENTO DELLE TECNICHE BASE E MODELLAZIONE DELLA PASTA DI ZUCCHERO. ALLA CAKE DESIGN WEEK TERRAI UN CORSO DI “PAINTING CAKE”, CI SPIEGHI COS’E’ ?

La Painting Cake è nata dalla brillante idea di una sposa di trasformare il momento della torta in vero e proprio spettacolo. Durante tutto il ricevimento nunziale, tenutosi a Ravello all’Hotel Caruso, mi ha collocato su un palco dove ho decorato questa torta tutta bianca, dipingendo peonie, fiori rosa e ortensie mentre tutti gli invitati mi guardavano incuriositi. Una “Paintin Cake Live” insomma. E’ stato un successo e io mi sono divertita mettendomi alla prova in un altro aspetto del Cake Design. Questa tecnica ora la riproporrò alle mie allieve durante i corsi che terrò alla Cake Design Week.

Il sito di Giada Baldari è all’indirizzo www.sugarqueen.it
Giada è anche su Facebook e Twitter

Enrica Raia

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